Questa pagina
raccoglie alcuni brani di critici d'arte, pittori e uomini di cultura che hanno scritto
articoli, saggi e introduzioni ai fascicoli delle mostre personali.
I brani vengono presentati in sequenza e per facilitarne la lettura sono stati dotati di
un titolo che ne evidenzia l'autore e ne descrive sommariamente il contenuto:
L. Borgese -
L'arte come mestiere
R. Bossaglia - Naturalismo come
astrazione
A. Pica - Le opere di Aloi come
architetture
Cerrina - Pittura
misurata, ma che tende al surreale
L. Dudreville - Io e Aloi amici
L. Dudreville - Aloi pittore
"Realista" del bello
Titta Rosa - Aloi, Leonardo e la
scienza
Titta Rosa - La pittura plasticaAlla fine di ogni brano fra parentesi vi è segnalato autore e anno di
pubblicazione: per un riferimento bibliografico completo si rimanda alla bibliografia,
settore saggi monografici
L.
Borgese - L'arte come mestiere
"Aloi è sempre preoccupato del mestiere austero e
della perfezione formale con una nobiltà da diventare quasi orgoglio e una intensità da
diventare quasi cupezza. Da trent'anni vive a Milano; ma questo suo temperamento da
siciliano che prende tutto terribilmente sul serio, con coscienza quasi tragica, dando un
senso eccessivo e troppo peso alle cose, questo suo temperamento non è venuto mai meno.
I suoi innumerevoli disegni costituiscono un giudizio dettagliato e accanito, serrato e
conciso, senza pietà alle volte, di uomini, donne, animali, piante,strutture, oggetti.
L'ansia della conoscenza e della rappresentazione reale e quasi scientifica, in lui è
viva e tormentosa come in certi rinascimentali."(L.Borgese,
1950)
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R. Bossaglia - Naturalismo come
astrazione
"Il naturalismo di Aloi è così incantato e puro che un passo breve lo separa
dall'astrazione; le cose appaiono sotto il suo pennello così limpide o così leggere che
ci si rivelano come non fossero mai dentro il fluire del tempo. Parimenti le sue forme
sbalzate, o realizzate con varie tecniche nel metallo, assumono connotati d'astrazione, se
usiamo l formule di convenzione corente; ma sono come immagini naturali regredite
alle loro strutture elementari, o tracce sulla sabbia di presenze trascorse"(R.Bossaglia 1986)
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A.
Pica - Le opere di Aloi come architetture
"...la pittura, o il disegno, di Aloi possono anche, talvolta spegnersi un poco e
apparire cromaticamente sommessi, e tal'altra invece ricorrere a contrasti eccessivmente
drastici, quasi urlanti, di colori o di toni e di volumi, senza che mai il ritmo veramente
si spezzi, snza che mai la concinnità architettonica- che è quanto dire la musicale
corrispondenza e connivenza delle parti- venga meno.
Una natura morta, studiosamente composta e preziosamente "inventata", uno
scattante nudo femminile, un vasto paesagio di pianura, le ondulazioni orizzontali di
Venezia o le singhiozzanti verticali di queste casette di Amsterdam o di Rotterdam, sono
sempre ed egualmente, per Aloi, il motivo segreto di una architettura, o il ritmo palese
di un canto, che diversamente, e con diversa fortuna, possono alzarsi e ordinarsi e
modularsi nello spazio, un' architettura o un canto animati soltanto dalla sua fantasia,
una fantasia che il tempo non tinge, ma che nemmeno potrebbe mai scolorire.(A. Pica, 1966)
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Cerrina - Pittura misurata, ma
che tende al surreale
"Così potessi dinnanzi a queste pitture di Aloi così limpide ed ariose e ben
definite, a questi suoi disegni precisi e conchiusi, dimenticare tutto il frasario della
critica per renderne l'immagine chiara e precisa con la maggiore possibile semplicità
della parola; allo stesso modo che da quando l'ho conosciuto e ho continuato ad
interesarmi alla sua pittura ho sempre avuto l'impressione di un artista che vuole vedere
ben chiaro in se stesso e nei suoi mezzi espressivi, che non si pone quesiti
trascendentali, pago di quella lotta serrata e severa, ma purtuttavvia serena contro
quella tremenda difficoltà della resa pittorica di quello che vediamo per giungere a
quella verità profonda, che è tutto sommato la verità della nostra
anima.....generalmente in lui tutto è misurato e armonico e visto nella unità della
commozione pittorica....compare talora nella sua opera un'aspirazione che vorrei dire
surrealistica, ma quasi timorosa di complicare intellettualmente la schietta vena
pittorico-rappresentativa che è in fondo la genuina verità della pittura di Aloi"(G. Cerrina, 1952)
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L.
Dudreville - Io e Aloi amici
"Le nostre idee sull'arte e sulla pittura s'incontrarono subito e senza fatica,
collimando perfettamente. Era l'epoca in cui, abbandonate le astratte alchimie nelle quali
mi ero dsperatamente dibattuto per anni, avevo fatto ritorno con fede alla abbandonata
realtà, cercando orme d'espressione più semplici, più umane ed universali, mirando a
conseguire la padronanza del mestiere per essere in grado di farmi intendere con maggiore
compiutezza. Aloi mi capiva ed approvava. Mi capiva semplicemente perchè anch'egli
cercava la stessa cosa... Dipingevamo elaborate, oneste naturemorte, studiavamo sulle
stesse marcite, sugli stessi fossati, sulle medesime risaie lombarde, spesso facendo
chilometri di bicicletta accalorati nelle solite discussioni, ma con la mente e la
volontà costantemente tese verso ideali disinteressati e purissimi." (L.Dudreville,1952)
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L. Dudreville - Aloi realista del bello
"Ch'egli veda per linee e per colori alla moda degli antichi pittori del
centro-Italia enon per toni di chiarosuro- come i veneti e i lombardi per esempio-, che la
sua indole rifugga istintivamente da tutto ciò che può significare dramma, dolore,
asprezza brutalità o volgarità preferendo ciò che è bello e dolce, tenue e piacevole,
nulla può mutare all'impianto estetico del nostro amico, servendo tutt'al più, a
conferirgli una data fisionomia, un suo particolare, personale carattere. Ma- a mio
giudizio- Aloi è e resterà sempre un realista, in quanto la sua natura d'uomo, nata per
una concezione ottimistica e gradevole della vita, è quella stessa che lo spinge
fatalmente verso una visione pittorica misurata, lirica e, se volete. elegiaca, nella
quale invano cerchereste la volontà di offendere l'ntegrità formale di quanto ha voluto
raffigurare." (L. Dudreville 1952)
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Titta Rosa - Aloi, Leonardo e la scienza
"La seconda lezione di Leonardo per Aloi è stata
questa: scoprire i segreti delle scienze, sentire la scienza un'alleata dell'arte. La
scienza inventa un'ordine nella natura; la pittura può, dev'essere un ordine imbevuto, se
così posso dire, di fantasia, intriso di natura. Nè per Aloi questa verità poteva
essere dilettantesca; egli, l'antidilettante, metteva,mette l'occhio nel microscopio non
soltanto per curiosità, sebbene la ricerca scientifica abbia per lui anch'essa un
carattere strumentale. Cogliere il segreto d'una vibrazione nell'infinitamente piccolo
significa per lui, arricchire d'una modulazione nuova un colore, una forma; aggiungere
dunque qualcosa alla sua arte." (Titta Rosa, 1940)
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Titta Rosa -
La pittura plastica
"Il carattere essenzialmente strumentale del disegno
portava naturalmente Aloi verso la pittura. E verso una pittura non decorativa, bensì
plastica, ma senza sforzature e deformazioni facili. Se dipingere non è riprodurre il
vero, non è nemmeno deformare, e tanto meno deformare a freddo; è interpretare
plasticamente una forma, riviverla nella sua struttura e nei suoi valori tonali,
organizzarla in ritmi compositivi, plastici. La sintetica corposità e lo splendore
smaltato e caldo di certe sue nature morte sono, mi pare, il frutto di tale concetto della
pittura; che in Aloi è pura, non perchè vi manchi il soggetto (...) ma perchè è un
approfondimento plastico del soggetto, un vederlo in uno spazio inedito, entro un sistema
di rapporti inventivi, lirici." (Titta Rosa, 1940)
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Grone, matita su carta, 1930
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