L'archivio Aloi,
donato dalla moglie Eugenia dopo la morte del marito alla Biblioteca Comunale Sormani di
Milano, è una raccolta di dati bibliografici, iconografici e documentali su pittori e
scultori italiani dell'Ottocento e Novecento. Questo
materiale faceva parte di un progetto editoriale di Aloi che, in collaborazione con
Giovanni Scheiwiller, voleva compilare un "Dizionario illustrato di pittori, scultori
e incisori italiani moderni" per la casa editrice Hoepli.
Il progetto prevedeva non solo una consultazione dei repertori bibliografici sulla
materia, ma anche una richiesta direttamente agli artisti delle informazioni necessarie
alla stesura dell'opera.
A questo scopo era stato creato un "modulo di iscrizione gratuita" in cui gli
artisti dovevano inserire dati anagrafici, curriculum vitae, tecniche utilizzate, premi
ottenuti, mostre personali, riproduzioni autentiche delle firme usate, eventuali
fotografie d'autoritratto o, come si legge, "fotografia di ritratto fattovi da altro
artista".
Ad Aloi arrivarono in risposta, centinaia di lettere, esemplari di firme autografe,
ritratti, riproduzioni di opere: tutto questo veniva accuratamente archiviato e
conservato.
Le difficoltà del lavoro erano immense: dapprima la guerra che portava disservizi
postali, mancanza di mezzi fotografici ed economici degli artisti che non riuscivano
perciò ad ottenere dignitose riproduzioni delle proprie opere, poi l'incendio dello
studio milanese di Aloi.
Alla fine della guerra si prospettò l'oppurtunità di aggiornare le informazioni
raccolte: così Aloi inviò nuove lettere agli artisti con la raccomandazione di essere
solleciti nella risposta dato che la pubblicazone del volume doveva essere prossima.
Invece, intorno alla metà degli anni Cinquanta, l'editore Hoepli finì per considerare
non più realizzabile il progetto del "Dizionario", quando già se ne erano
tirate, per la parte relativa agli scultori, le prime bozze di stampa.
Nonostante la mancata pubblicazione, l'archivio costituisce una straordinaria fotografia
della produzione artistica italiana del primo Novecento e una raccolta di unici e
straordinari documenti, spesso autografi, degli artisti più importanti del nostro
novecento.
La straordinarietà dell'archivio consiste, poi, nella mancanza di un fltro selettivo
capace di escludere i cosiddetti "minori", scelta questa che garantisce un
panorama disomogeneo, ma completo, aperto alla scoperta di tutte quelle ricerche
artistiche che costituiscono una traccia della vita e della fatica artistica di centinaia
di artisti spesso dimenticati.
Nel 1987 l'archivio Aloi viene presentato al pubblico
attraverso una mostra a Palazzo Sormani a Milano.
"Non si trascuri, però, di cogliere ciò che collega intimamente questa sparsa e
diseguale mole di documenti: cioè l'alacrità di Aloi, la sua pazienza, il suo metodo di
raccolitore e di ordinatore,e in questo esser frutto dell'impegno di un singolo (impegno
protratto per anni e mai compiuto) sta la ragione plausibile di quel senso di vitalità,
di familiare dialogo tra artisti che l'Archivio Aloi ci comunica."
L'Archivio Aloi attualmente è a disposizione del pubblico
e degli studiosi presso la Biblioteca
Comunale Sormani di Milano nella sezione manoscritti.
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L'Editore Hoepli (a sinistra) con Aloi
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